A questo punto è possibile preparare la tela che dovrà essere incollata con una soluzione di colla di coniglio al 15% diluita in acqua.
Si incolla questo tessuto fine sulla tavola facendo attenzione a non lasciare sotto la superficie dei rigonfiamenti di aria. La tela ha un ruolo importante: contribuisce a far aderire meglio l’intonaco alla tavola, impedendo a questa di fendersi. |
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Per questo, fin dall’antichità veniva scelta una stoffa “vecchia”, consunta (gli stracci vecchi venivano conservati e poi dati o venduti agli iconografi). La stoffa nuova non era adatta perché troppo ruvida per questo lavoro. Molto spesso, soprattutto nei monasteri, si usavano come supporto delle tavole delle icone le tovaglie da altare vecchie e logore (ad un’analisi di alcune icone con i raggi infrarossi si vede bene il disegno romboidale caratteristico delle loro trame a tessitura complessa). |
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Si può vedere una certa corrispondenza di significato fra il telo dell’icona e la stoffa che copriva l’altare liturgico. Per questo era usata rigorosamente solo della tela bianca di lino. Gli antichi russi la chiamavano “Povoloka”.
Il ruolo principale della tela consisteva nel preservare gli strati di colore dai naturali cambiamenti della base lignea (deformazione e crepe): questa serviva come la più adatta e resistente unione tra lo strato di colore e il legno. |
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La tela era (ed è) il materiale che naturalmente veniva legato alla creazione delle immagini iconografiche in quanto le prime icone furono le raffigurazioni di Cristo non fatte da mano d’uomo, su teli di lino bianco. Il primo di essi riproduceva il volto di Cristo vivo (il Mandilion), l’altro il suo corpo morto (la Sindone). In entrambi i casi la tela era contemporaneamente sia la base della raffigurazione, sia una reliquia essa stessa, che toccava direttamente il vero corpo di Dio. |
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Per questo qualsiasi riproduzione di questi teli nell’arte aveva lo scopo non solo di ripetere la raffigurazione non fatta da mani d’uomo, ma anche di conservare la vera immagine della sua base di tela. Essendo dimostrazioni della vera incarnazione di Dio, l’immagine di Cristo sulla tela diede forza al ritratto iconografico in generale.
Inoltre l’esistenza di queste due immagini su tela ha determinato l’atteggiamento dell’arte cristiana successiva in merito alla presenza della tela di lino bianco sull’icona come una parte necessaria della sua base. |
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La tela sulla base lignea infatti metteva l’icona in relazione sia al volto del Signore raffigurato miracolosamente sul telo sacro (Mandilion), sia alla sindone evangelica, il Sudario di lino nel quale fu avvolto il corpo morto di Cristo e sul quale, in modo miracoloso, si è impressa la sua effigie dopo la Resurrezione (cfr. I. A. Šalina, La tecnica dell’icona e il suo simbolismo, traduzione dal russo in “Ubrus” n°4). |
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Quando la tavola è ben asciutta (il giorno dopo), usando carta vetrata su un supporto di legno si procederà a togliere la tela eccedente dalla tavola, strofinando i bordi dall’alto verso il basso. |
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A questo punto occorre accertarsi che i bordi esterni della tela siano ben aderenti alla tavola e che i bordi interni dell’arca non abbiano rigonfiamenti: per questo si può ripassare un po’ di colla sulle parti di tela non bene aderenti, per impedire che il gesso che verrà applicato successivamente si stacchi. |
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E’ inoltre consigliabile mettere lo scotch sui bordi laterali delle tavole per mantenere puliti il bordo e il retro della tavola. |
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