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17 Luglio 2021
Seguendo le parole di papa Francesco, anche noi abbiamo accolto l’invito della Cei di pregare per i migranti che continuano a morire in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa.
Ha detto il Papa il 13 giugno: “Il Mediterraneo è diventato il cimitero più grande dell’Europa”; e il 20 ha aggiunto: “Apriamo il nostro cuore ai rifugiati; facciamo nostre le loro tristezze e le loro gioie; impariamo dalla loro coraggiosa resilienza”.
Il comunicato Cei ci ricorda che nei primi cinque mesi dell’anno sono morte nel Mediterraneo centrale 632 persone, il doppio dello scorso anno.
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Il problema dei migranti è stato ripreso anche dal nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita ufficiale in Francia. Ha detto alla Sorbona: “Alla pandemia abbiamo saputo dare una risposta europea, alla crisi economica altrettanto. Alle migrazioni ancora no. Donne, bambini, uomini in fuga, difficilmente possono essere individuati come un nemico. I flussi migratori vanno regolati e governati, affinché siano rispettosi delle comunità di accoglienza e dei migranti, cancellando l’odioso traffico che criminali senza scrupoli hanno imbastito sulla loro pelle. La pressione che avvertiamo è il risultato delle grandi differenze nella distribuzione del benessere tra i continenti, dell’ampia diversità dei tassi demografici, dell’impatto dei cambiamenti climatici; ma è anche il prodotto di decenni di omissioni, conflitti, diseguaglianze. In una frase: del mondo che abbiamo contribuito come europei a plasmare e del quale rechiamo ampia responsabilità”.
Affidiamo tutte le vittime alla misericordia di Dio, preghiamo per le loro famiglie e chiediamo la conversione dei nostri cuori e dei cuori di chi ci governa perché sia vinta ogni indifferenza e cecità innanzi al dolore di tanti nostri fratelli e sorelle.